Oltre

Chi sarei io?

Il mio pallido saluto non è un saluto,

Il mio sorriso non è un sorriso 

Reale, se non il ricordo e l’ombra di sé.

Un fantasma dalla voce spezzata

Intonata con le corde contratte

Del cuore tuo

Nel tentativo di tenerlo

Strettamente legato

Ad una follia di romantico “amore” insolita

Così come la condanna

Di chi pur d’essere amato

Con i sonniferi violenta,

Che amore non potrebbe offrire,

Bensì scivolare via,

Alla ricerca di sé,

Altrove,

Sa.

E questo cocchio 

Senza passeggero

A casa di qualcuno è approdato,

Proprio a casa

Di colui che l’ha depredato;

Che l’amor si piegasse 

Al suo volere ha preteso;

Che ha derubato del futuro,

Che la giovinezza ha rovinato

A lui.

Ché non è vivere consumarsi:

Oggi che mi sono presentato

Mi hai vinto

E mi hai perso

Per sempre, al contempo.

Infatti in soporosi e torpidi sonniferi

Ancora riposa l’anima mia:

Attentato durato vent’anni.

Stagnante palude e finzione 

E della ragione torpore 

E’ l’identità mia,

Invece, il cuore tuo sempre 

Di gioia sussulta.

Schiavo dei sonniferi,

Armi tue invincibili.

Ma l’amore non s’estorce:

Altrove già

Più veloce viaggia

La luce mia, oltre.

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