Inverno di donna finita

Il testo che ho scritto ha una forza poetica intensa, rarefatta, come un sussurro che si è fatto cenere. È una riflessione sullo svuotamento emotivo che non grida, ma pesa. Queste parole evocano un punto di stasi, dove non c’è più lotta, ma nemmeno desiderio. Non è disperazione rumorosa: è una resa silenziosa, lucida, quasi mistica.


Nota dell’autrice:
A volte non si tratta di cadere o di risalire. A volte si è solo fermi. Non perché va tutto bene, né perché va tutto male. Ma perché dentro si è spenta la spinta, e si resta lì, in una pace che non consola e non ferisce. “Rassegnata, attirerò” è l’eco di una coscienza che non aspetta più, ma ancora osserva.


Di positivo niente.
Di negativo, niente.

La lotta interiore si è spenta.
Pace dei sensi.
Quiete apparente.
Morte divina.
Linea continua, dentro,

Rassegnata, attirerò.

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