Questo componimento è un’intensa dichiarazione d’amore e gratitudine, rivolta con emozione profonda a una figura paterna la cui forza risiede nella gentilezza più che nell’autorità, nel dono costante piuttosto che nella richiesta. La poesia si costruisce su una serie di interrogativi che oscillano tra ammirazione, incredulità e desiderio di comprensione, mostrando quanto possa essere sconvolgente — e quasi incomprensibile — una bontà che non chiede nulla in cambio.
La scelta di uno stile libero, frammentato e discorsivo, riflette un flusso emotivo che non ha bisogno di rime o metrica per colpire. La voce narrante cerca con insistenza un motivo razionale a un comportamento che pare invece appartenere alla sfera del sacro, del mito, dell’amore incondizionato.
Ci sono versi che colpiscono particolarmente:
“Colpo dopo colpo, / Non senza rincaro / Pure quelle parole / Al mittente / Rispedisci”
Questo passaggio trasmette la difficoltà di dire “grazie” a chi non vuole ringraziamenti, a chi vive il bene come natura e non come eccezione. Così come:
“Perché aprire una portiera; / Toccare una bottiglia a tavola; / Una maniglia; / Non mi permetteresti mai?”
Racchiude una quotidianità intrisa di amore, dove i piccoli gesti diventano scudi silenziosi contro ogni fatica altrui.
Il finale con l’invocazione:
“Papà,”
è potente, perché rivela che l’intero componimento è una dedica filiale: tenera, affranta, riconoscente. Una sorta di preghiera laica che celebra il sacrificio silenzioso e la coerenza dell’esempio paterno, quasi fosse una figura epica o spirituale.
Scevro dei pensieri di prima,
Nella nebbia del Po,
A casa tornerai,
Dopo cena,
Ancora.
Sebbene un equo scambio
Di gentilezze proponga io,
Integerrimo,
Disinteressato,
Rifiuti ogni bene
Aiuto.
Come fare
A gareggiare nel bene?
Inutili molteplici grazie:
Colpo dopo colpo,
Non senza rincaro
Pure quelle parole
Al mittente
Rispedisci,
Più riconoscente!
Non vuoi nulla per te,
Grazie.
Niente in cambio,
Niente per ricambiarti.
Niente che valga più
Della compagnia,
Di una mano tua.
Di un gesto,
Parola sapiente tuoi.
Che possa essere all’altezza
Del dono che per noi tu
essere già puoi. Perché?
Perché aprire una portiera;
Toccare una bottiglia a tavola;
Una maniglia;
Non mi permetteresti mai?
Per gli altri?
Per esser ricordato?
Lo fai meccanicamente?
Per il senso che ha?
Ma lo sai?
Che se ti guardo
mi sento migliore?
Più fortunata.
Sei luce.
Sei sorriso.
Sei novità.
Moriranno tutti questi Altri
Per cui la vita hai donato.
Sei tu il più importante.
Per amore lo fai?
Per amore morirai?
Per amore vivrai?
Lo fai per il gusto… dell’eterno?
Perché credi nel bene?
Nel paradiso?
Nel domani?
Nei posteri?
In me?
In noi?
Nell’illusa che sono?
Papà,
Ma mi avresti mai fatto mancare qualcosa
mai?
Non mi hai fatto portare
nemmeno un pacchetto mai,
una borsa della spesa mai
Per tutta una vita;
un peso mai
Su di me
Hai posto
In aggiunta ai miei irrispettoso
Né per te alcunché hai accettato
Se da me proveniva,
Che smacco a me!
È vergognoso,
Perché?
La gentilezza,
squisita tua forza
Legame d’eterno amore.

4 risposte a “Perché la tua forza è gentile”
Legame d’eterno amore….
👏👏👏🥰
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Ciao Ziokos,
come va?
Sono felice del piccolo plauso. Grazie
Buona giornata!
Elena
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Ciao Elena, va che è una meraviglia (lo dico sempre perché tanto è gratis 😂). Spero lo stesso di te!
Buon pomeriggio 🤗
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Ciao caro,
Molto bene, sono felice per te! Grazie
Un abbraccio!
Buona scrittura,
Elena
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