Di ciò che è stato
tra di noi, l’era
è tramontata
Ieri.
Oggi, che del mondo tutto,
invisibile esplosione,
ho raggiunto la perfetta sofferenza
con il cuore mio
del sofferente mondo
che similmente sente e muore
in quel dolore
sofferente la morte sua e con il mondo amorevole quale ricongiungimento ascolto,
tantoché il confuso mondo
davanti a quel sordo insolito silenzio di me ha pietà
a te accanto, ancora, mi ritrovo,
dopo tanto patimento universale,
comunicante, esondato rotto vaso.
Ed ancora così
a dormire proveremo sempre insieme
impassibili così come solo invano noi
solitamente la reciproca pace promettiamo di donarci
nella comune missione nostra
fallendo eternamente
pur d’amare questo amore fallimentare,
questa vita tutta intera
questo mondo
questo male cieco e sordo
già nella memoria annebbiato ricordo,
pur d’annegare testardamente.
A questo male di fallire insieme sorridendo
al male sottomessi
abbracciamo così il comune cordoglio del fallimento
reiterato che torna a tormentare ogni notte
il letto nostro
che alla sofferta solitudine quale tentazione arride.
Pur di amare ancora
il nome sull’altare dell’amore
bestemmiando e glorificando
alla triste veste dell’abitudine il nome suo
cedendo un poco amiamo veramente
ma soffriamo di più davvero.
La mia vita così non sprecherei
se il bagliore
del sorriso tuo tagliente e veritiero sulle labbra…
senza colpa affiorasse ancora
se al limitar dell’avvenire perituro e battagliero
spiritoso ancora potessi scorgerlo
come in questo sincopato ballo una tregua.
